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Miglior pellet: come scegliere quello giusto?

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Sei alla ricerca del miglior pellet per la tua stufa o per il tuo camino? Prima di approfondire l’argomento, devi sapere che il pellet è un combustibile molto interessante sia per la sua ecosostenibilità che per la sua economicità, non a caso non ha tardato a divenire molto diffuso.

Il pellet è utilizzato principalmente per l’alimentazione di stufe e caminetti.

Qual è il miglior pellet? Non tutte le tipologie sono uguali!

Come noto il pellet è prodotto dalla lavorazione della segatura: la medesima, infatti, viene trasformata in dei piccoli cilindretti che possono essere utilizzati come combustibile.

Ovviamente le tipologie di pellet che è possibile individuare in commercio non sono tutte uguali: alcune sono particolarmente performanti, di altre purtroppo non si può dir lo stesso.

Se ci si chiede quali sono i principali aspetti sulla base di cui valutare la qualità del pellet è necessario badare a diversi aspetti, scopriamo subito dunque quali sono quelli più rilevanti.

Controllare visivamente il prodotto

Anzitutto è utilissimo effettuare un controllo visivo del combustibile: i cilindretti devono presentarsi integri e devono avere una superficie liscia, priva di imperfezioni.

Il pellet di qualità non si sgretola oltremodo, questo significa che una cospicua presenza di segatura all’interno della confezione non è affatto un buon segnale: è del tutto normale che al fondo della confezione si depositi della segatura, ma se essa è presente in quantità notevoli, appunto, indica una qualità del prodotto non all’altezza.

Valutare il miglior pellet al tatto

Se si ha modo di maneggiare una manciata di pellet è possibile scoprire se si tratta di pellet morbido o duro: se i cilindretti si rivelano molto resistenti allo sfregamento appartengono a quest’ultima categoria, altrimenti si tratta di una variante contraddistinta da un’elevata morbidezza.

Da questo punto di vista è utile chiarire che ambedue le tipologie di pellet possono essere di qualità: si potrebbe esser portati a credere che il pellet duro sia la varietà migliore, ma in realtà non è così, infatti rapportando l’efficacia del combustibile al suo peso, dunque anche al suo costo, in genere il pellet morbido sa essere più efficace.

Controllare il potere calorifero e la percentuale di umidità

Un aspetto fondamentale nella scelta del miglior pellet corrisponde senz’altro al suo potere calorifero: tanto esso è maggiore, infatti, tanto più accentuata è le capacità del combustibile di produrre calore.

Il potere calorifero è misurato in kWh/kg o più frequentemente in Kcal/Kg, e tra le tipologie di pellet che vantano i valori più elevati è possibile segnalare il frassino, l’abete, il faggio, la betulla, l’acero, solo per fare alcuni esempi.

Un altro parametro importante che merita di essere considerato corrisponde alla percentuale di umidità: laddove essa sia particolarmente alta vi è il concreto rischio che il potere calorifero ne risenta, di conseguenza l’ideale è che non sia superiore all’8%.

Leggere l’indicazione relativa alla certificazione

Altro dato molto importante nella scelta del pellet il quale può essere verificato in modo piuttosto agevole corrisponde alla sua certificazione, la quale deve necessariamente essere indicata sulla confezione.

Sussiste, a tal riguardo, una triplice distinzione valida in tutta Europa: il pellet può vantare la certificazione A1, quella più pregiata, la A2, la quale identifica il pellet di seconda scelta, oppure quella B, riguardante le varianti meno performanti di tale combustibile.

Conoscere l’indicatore relativo alla produzione di ceneri

Il pellet di prima scelta dovrebbe infine produrre una quantità di ceneri limitata, e questo è importante affinché le operazioni di pulizia non si rivelino oltremodo complesse.

A tal riguardo è utile sottolineare che esiste un apposito indicatore, il quale non dovrebbe mai essere superiore all’1%.